Una data per la ricostruzione del Ponte Morandi


Il Ponte Morandi vede un annuncio importante per il suo futuro: a distanza di quasi 5 mesi dal crollo del 14 agosto si è molto discusso sulle possibili cause del crollo e sugli spunti per la progettazione. Ci siamo già interrogati in merito alla questione: ad un mese dalla tragedia con l’intervista all’Ing. Aldo Teotini per capire con gli occhi di un esperto a cosa si può addebitare un disastro del genere. Ad oggi ci sono importanti novità sui tempi di ricostruzione del ponte.

Entro la fine del 2019 il Ponte sarà interamente ricostruito ma al termine dei lavori cambierà nome e bisognerà attendere i tempi tecnici per l’apertura al traffico.

A soli 4 mesi dal crollo è infatti arrivata la firma che decreta gli affidatari della commessa, si tratta di tre dei più importanti colossi edilizi: Salini Impregilo – Fincantieri – Italferr. Il progetto ricalcherà quello presentato da Renzo Piano e ricorderà una di nave in acciaio.

Veniamo alle cifre: 19 milioni sono previsti per terminare la demolizione del Ponte, già iniziata a fine dicembre con lo sgombero delle aree sottostanti dell’area ovest. Per la ricostruzione si prevede una spesa pari a 202 milioni di euro e si attende l’inizio del cantiere a marzo, come annunciato dal sindaco Bucci.

Le strutture in acciaio saranno realizzate utilizzando il cantiere di Genova Sestri Ponente, lo stabilimento di Valeggio sul Mincio (Verona) e, se necessario, altri stabilimenti del gruppo Fincantieri in Italia.

La produzione dell’impalcato metallico sarà formulata in macro elementi strutturali che verranno poi trasportati a piè d’opera per poi essere assemblati e saldati in loco. Il sollevamento invece verrà effettuato utilizzando i strand jacks, speciali strumenti che permetteranno di allineare l’impalcato, con l’utilizzo di autogru, all’elemento principale in acciaio collocato preventivamente in sommità alle pile.

Per motivi di sicurezza verrà fornito e installato un sistema integrato di monitoraggio, controllo e ispezione del ponte.

Il Ponte sarà costituito da un impalcato in acciaio con una travata continua di lunghezza totale pari a 1100 m. Sono previste 20 campate, 19 pile in cemento armato di sezione ellittica disposte ogni 50 metri, ad eccezione della campata sul torrente Polcevera e di quella sulle linee ferroviarie, dove l’interasse passa da 50 a 100 m. Tale soluzione consentirà l’ottimizzazione delle strutture e delle fondazioni limitandone le dimensioni dato il contesto fortemente urbanizzato ed antropizzato.

Per il sindaco aver affidato i lavori a Salini Impregilo – Fincantieri – Italferr vuol dire aver deciso sulla base di criteri di: qualità, manutenzione, estetica, costi, facilità di realizzazione e riduzione di rischi.

Il principale competitor, scartato, presentava un progetto firmato dall’archistar Calatrava, collaborazione che potrebbe subentrare in caso di necessità. Nessun ricorso o polemica in merito: è stata una scelta puramente di qualità.

Ciò che più fa gioire il popolo genovese è stata la celerità dei tempi, il ponte sarà ricostruito attraverso la società costiutita per Genova: “Dodici mesi per far ripartire Genova”, e promette di rispettare le date preannunciate.

Una buona notizia dietro l’altra, segnali forti per l’edilizia italiana: il 2018 è stato un anno che ha visto numerosi disastri e disagi che hanno coinvolto la viabilità italiana. E’ giusto dunque ripartire con spirito nuovo essendo lungimiranti sia nel modo di costruire sia per la futura manutenzione.

La ricostruzione del Ponte Morandi deve diventare simbolo di rinascita per Genova e per il nostro Paese, dimostrando che anche in Italia è possibile realizzare infrastrutture di pregievole fattura in poco tempo.

Auguriamo a voi tutti una buona settimana nell’attesa di un prossimo articolo. A presto!