Megastrutture sul mare da Guinness: il collegamento di Øresund


Il mare è il gigante da sfidare per costruire alcuni Grandi Opere, è in questa ottica che vi presentiamo il secondo articolo della trilogia “Megastrutture sospese sul mare da Guinness” e questa volta ci spostiamo in Nord Europa. Descriviamo un ponte che è un perfetto connubbio di bellezza estetica e funzionalità: il collegamento di Øresund. Questa Megastruttura collega la cittadina svedese di Malmö alla capitale danese Copenhagen, per enfatizzare la sua funzione di “via connettiva”, all’opera è stato dato il nome ufficiale di Øresundsbron, un ibrido di svedese (Öresundsbron) e di danese (Øresundsbroen).

Il collegamento di Øresund è composto da:

  • tunnel sotterraneo
  • isola artificiale di Peberholm
  • Ponte di Øresund
  • le rampe

Il collegamento di Øresund è un esempio unico di ingegneria infrastrutturale, nasce con una joint venture tra la migliore ingegneria tedesca, quella svedese e quella danese.
L’inaugurazione è avvenuta nel giugno 2000, e da allora questa opera è diventata un modello raro in Europa date le difficoltà di realizzazione e gli alti costi: circa 3 miliardi di euro.

La strada si estende per 5,35 km in territorio svedese fino all’isola artificiale di Peberholm, e per 4,05 km in territorio danese. Per i restanti chilometri il ponte prosegue come tunnel sotterraneo.

Il Tunnel sotterraneo

Come accade fin dall’Antico Egitto con le Piramidi e con le successive opere maestose, anche in questo caso è stata allestita una fabbrica nei pressi dell’opera da costruire. Infatti le varie parti della galleria, organizzate in sezioni: il calcestruzzo è stato gettato al coperto in fabbrica a 12Km di distanza, sono state quindi unite per costruire elementi “leggeri” e trasportabili tramite rimorchiatori: giusto 57.000 tonnellate  per ciascun elemento.
Tali “piccoli” elementi hanno dimensioni pari a 176 metri di lunghezza per 42 metri di larghezza e 9 metri di altezza. Ogni elemento alle proprie estremità presentava delle paratie stagne. Nell’anno 1999 sono state aperte le ultime porte stagne e virtualmente era già possibile una passeggiata tra i due punti estremi del tunnel: Copenaghen e l’isola di Peberholm.

L’isola artificiale di Peberholm

Le isole naturali hanno nomi che derivano da anni di storia, invece per un’isola artificiale serve inevitabilmente un nome, e deve essere un nome nuovo: un nome artificiale.
Poco più a nord della neonata isola c’è la “Isola del sale” (Saltholm) e quindi il gioco è stato facile: si son detti “chiamiamola Isola del Pepe”, per l’appunto Peberholm.
L’isoletta di Peberholm è lunga ben 4Km ed è il punto di congiunzione tra Ponte e Tunnel.

Per poter effettuare i lavori di costruzione si sono dovute effettuare ben 2 fasi di dragaggio e di estrazione di materiale dal fondo marino: la prima per un volume di 2,2 milioni di metri cubi di materiale e la seconda per 1,8 milioni di metri cubi. La seconda fase fa parte dei “dragaggi di compensazione” i quali hanno tracciato nuove rotte navali conservando la connessione tra il bacino Öresund ed il Mar Baltico garantendo lo scambio di fluido così da non indurre alterazioni chimiche. Tutto il materiale estratto è stato utilizzato durante le operazioni di costruzione, ma la maggior parte di esso oggi fa parte dell’isola artificiale di Peberholm.

Il Ponte di Øresund

La rampa occidentale parte dall’isola di Peberholm posta all’incirca al centro dello Stretto e tramite le sue 22 campate conduce al Ponte di Øresund, sospeso sul mare a 60 m di altezza e sviluppato su due livelli: nella parte superiore contiene l’autostrada (l’itinerario europeo E20) a quattro corsie e in quella inferiore contiene la ferrovia a doppio binario.

I piloni in cemento armato, alti 204 metri misurano alla base, 9,4 × 12,6 metri e, in cima, 2,6 × 5,8 metri. La fondazione occupa 1500 mq, è alta 22 metri ed ha un peso di 18.000 tonnellate.

Il ponte è poi interconnesso ad Est alla Svezia tramite la rampa orientale, lunga 3739 metri e composta da ben 28 campate.

L’opera

Il bacino d’utenza di questa opera raccoglie tre milioni e mezzo di persone a cavallo tra Malmö e Copenhagen, che ora possono passare velocemente e in sicurezza da un Paese all’altro.
La costruzione del Collegamento ha rappresentato per Svezia e Danimarca un vero affare in termini economici: l’ingente somma investita è subito stata ripagata. Infatti grazie all’aumento degli spostamenti e al decrescere delle spese relative al traffico ne consegue che i Paesi collegati hanno guadagnato oltre tre volte la cifra investita (11 miliardi di dollari americani).

L’Øresundsbron è diventata una principale arteria di collegamento ed è un esempio perfetto di competenza tecnica e di integrazione tra progettazione ed esecuzione. Vi diamo appuntamento al prossimo articolo della trilogia “Megastrutture sul mare da Guinness”!