Un po’ di luce in Congo anche grazie al Gruppo Migliaccio


In questo mese cade un importante anniversario per il Gruppo Migliaccio, ovvero una singolare esperienza in Congo, che è stata parte integrante di un progetto già ben avviato qualche anno addietro. Data l’importante partecipazione di un gruppo italiano in una catena di lavori così essenziali in Congo, vogliamo celebrarla con un articolo contestualizzato non solo negli aspetti personali del Gruppo Migliaccio ma anche nella fitta rete di lavori già ben avviata prima dell’intervento del Gruppo.

Nell’ottobre del 2011 anche il Gruppo Migliaccio è inserito nel contesto dell’ampliamento energetico del Congo, fornendo i suoi servizi allo scopo di realizzare un fabbricato capace di ospitare centraline e turbine, mettendo così a disposizione:

  • 2 betoniere
  • 2 betonpompe

I lavori del Gruppo, svolti in località di M’Boundi, nei pressi della città di Pointe-Noire, sono stati agevoli per le condizioni del terreno: siamo nella savana e l’area è decisamente pianeggiante e permette un pompaggio diretto. Il cls (serie R450) è stato pompato per un totale di 14mila mc di calcestruzzo. I mezzi addetti alla costruzione hanno lavorato non necessariamente in maniera congiunta. L’opera complessiva eseguita dal Gruppo è stato l’edificio di due piani, a pianta a L che ospitava le centraline e le turbine addette all’erogazione del servizio elettrico. I lavori sul sito sono durati 10 mesi.

In questo contesto di ampliamento energetico, avente tra gli attori principali l’italiana Eni, sono stati effettuati svariati lavori dal 2006 grazie ad un accordo tra Eni e la Repubblica del Congo. Tale accordo prevedeva che il gas, di cui è ricco il Congo, avrebbe anche alimentato la nuova centrale elettrica tramite turbine con una potenza iniziale di 300 megawatt espandibili fino a 900 megawatt. Ad un anno da questo accordo sono stati avviati i lavori di costruzione della Centrale Elettrica del Congo.

Il sistema, ospitato nell’edificio a L a cura del Gruppo, aveva il compito di erogare gas alla prima centrale distante 80 Km.Il gas, presente in maniera naturale a 10 metri sotto il livello del terreno veniva catturato, intubato per poi essere pompato a 100/200m dalla turbina.

Nel corso del 2010 sono state avviate due turbine a gas, ognuna da 150 megawatt alimentate a gas naturale, da quel momento è iniziata la produzione di energia elettrica, che è andata aumentando nel tempo. Tutto ciò ha favorito la crescita dell’energia elettrica del paese, infatti secondo una media statistica realizzata dall’Eni, dal 2010 al 2014 la potenza elettrica media annua è aumentata dai 30 ai 132 megawatt.

Dunque la Centrale elettrica del Congo ha ormai coperto oltre il 50% della domanda di energia elettrica del paese, prevedendo in futuro un’ulteriore miglioria del servizio. A sostegno di questa tesi ci sono i dati relativi all’anno scorso che hanno visto un ulteriore miglioramento superando addirittura i 165 megawatt.

Quando si parla di copertura della domanda di energia, si intende: strade illuminate, corrente in casa per la luce e per il funzionamento di frigoriferi, televisioni. Lavorare in questo grande contesto energetico significava cambiare la vita delle persone a Pointe-Noire ed in tutta la nazione, dato che i cali di tensione elettrica erano frequenti proprio perchè la domanda era maggiore delle fonti e dunque insufficiente alla popolazione. Importantissimo infine l’aspetto ambientale, dato che il gas naturale fino a qualche anno fa veniva bruciato in torcia.

La vita in Africa è tanto diversa da come possiamo intenderla noi con una radicata cultura occidentale. Sapere che anche grazie al nostro lavoro ora c’è quel pizzico di energia in più che semplifica la vita a tante persone, ci rende orgogliosi del nostro lavoro.

Ringraziandovi per la lettura, vi diamo appuntamento al prossimo articolo!